Del periodo romano di Amelia, rimangono le imponenti cisterne costituite da dieci ambienti al di sotto di Piazza Matteotti, sede dell'antico foro, resti di edifici termali, un mausoleo lungo l'antica Via Vejetana e un cospicuo numero di epigrafi. Le imponenti Cisterne romane di Amelia, opera idraulica romana risalente al I sec.d.C,vennero edificate quando il centro divenne municipio romano e quindi caratterizzato da tutti quegli elementi urbanistici tipici dell'opera di "romanizzazione": impianto viario, foro cittadino, edifici pubblici e privati, sistema di approvvigionamento idrico. Osservando il grandioso complesso di cisterne esistente sotto Piazza Matteotti si può ipotizzare che tali impianti di approvvigionamento fossero alimentati da acque pluviali. Le cisterne sono costituite da dieci grandi ambienti adibiti alla raccolta e alla conservazione dell'acqua da usare per bagni termali, per fini potabili, per la fornitura idrica delle fontane. Tali costruzioni sono state sempre caratterizzate da uno o più ambienti impermeabili comunicanti tra loro, muniti, da canali di raccolta delle acque, bacini di decantazione, canali afferenti ed efferenti, boccagli, pozzi per l'aerazione e pozzi di prelievo. I dieci ambienti misurano in media circa 19 metri in lunghezza e 5 in altezza. Ogni ambiente è costruito con un muro perimetrale di contenimento realizzato con la tecnica dell'opus incertum (conci di pietra o di tufo di forma irregolare) e paramento interno in opus reticolatum (conci di pietra a base quadrata disposti "a rete"). La raccolta dell'acqua nelle Cisterne avveniva attraverso pozzetti in cui era convogliata l'acqua piovana accumulata nella sovrastante piazza. La popolazione poteva attingere l'acqua dai pozzi collocati in diversi punti del borgo: ve ne erano di due tipologie: quelli pubblici, situati sulla piazza o lungo la strada e quelli privati, posti all'interno dei cortili o negli scantinati delle abitazioni. Il normale deflusso dell'acqua durante lo svuotamento periodico delle cisterne per la loro pulizia e manutenzione era garantito dal dislivello di 122 centimentri tra il primo ambiente e il nono. L'ultimo locale era invece posto in controtendenza per garantire, durante le fasi di svuotamento, la permanenza di una quantità d'acqua necessaria per completare le operazioni di pulizia.